Inaugurata la cassa di espansione del Canale dei Mulini

È stata inaugurata ufficialmente ieri,  22 maggio, la nuova cassa di espansione del Canale dei Mulini, realizzata grazie il finanziamento della Regione Emilia-Romagna – Servizio Difesa del Suolo della Costa e Bonifica.
L’opera, costata oltre 3.375.000 euro, integra sicurezza idraulica, innovazione ecologica e valorizzazione del territorio, si estende su una superfice di 6,5 ettari nel Comune di Castel Bolognese e comprende anche alcune opere idrauliche ricadenti il Comune di Solarolo, è in grado di contenere fino a 143.000 m³ di acqua e consente di laminare una portata massima di 6 m³/s tramite uno sfioratore lungo 100 metri.

Per la maggior parte del tempo, la cassa svolge una funzione ambientale, promuovendo la biodiversità e la riqualificazione del paesaggio rurale. È stata creata un’area naturalistica con bosco igrofilo, che ospita ad oggi 130 alberi e 69 arbusti di specie autoctone tra cui salici, farnia, pioppi, lentaggini ed evonimi e che potrà essere ulteriormente arricchita da future piantumazioni.

La cassa rappresenta, inoltre, un impianto ad alta innovazione ecologica, perché include un sistema di fitodepurazione a flusso libero, con tre vasche di sedimentazione che permettono di migliorare la qualità delle acque derivate dal fiume Senio e valorizzarle dal punto di vista irriguo. L’obiettivo è ridurre la presenza di solidi sospesi, nutrienti, metalli pesanti e residui di agrofarmaci attraverso la creazione di un percorso idraulico sinuoso, nel quale cresceranno spontaneamente canneti e piante acquatiche, nel quale le acque passeranno con diverse velocità creando quindi ambienti nei quali sono insediate popolazioni microbiche utili alla demolizione dei nutrienti.

Oltre alla funzione idraulica e ambientale, l’intervento prevede anche uno sviluppo a carattere divulgativo. Un percorso didattico-pedonale lungo gli argini offrirà a cittadini, studenti e appassionati un punto di osservazione privilegiato sulla flora e sulla fauna del nuovo ecosistema. La cassa sarà un laboratorio a cielo aperto per educazione ambientale e un potenziale polo di attrazione per il birdwatching.

Gli scavi per la realizzazione della della cassa di espansione hanno anche portato all’individuazione di numerose tracce di antichi insediamenti, dall’età del Bronzo all’età medievale. Le esplorazioni archeologiche, attuate nel 2021-2022 in concomitanza con i lavori di escavazione e sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, sono state curate dalla Phoenix Archeologia su nostro incarico

All’inaugurazione sono intervenuti: Francesco Vincenzi – Presidente ANBI, Michele de Pascale – Presidente della Regione Emilia-Romagna, Luca Della Godenza – Sindaco del Comune di Castel Bolognese, Maria Diletta Beltrami – Sindaca del Comune di Solarolo. Sono poi seguite le relazioni tecniche di Paolo Ferrecchi – Direttore Generale Direzione Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna, Paola Silvagni – Direttore dell’Area Tecnico Agraria del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, Claudio Negrelli – Phoenix Archeologia S.r.l., Andrea Fabbri – Capo Settore Attività Agro-Ambientali del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.

Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Vincenzi – Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, che ha sottolineato: «Ci troviamo in una fase storica in cui la crisi climatica ci impone scelte consapevoli e azioni concrete. L’acqua, risorsa sempre più preziosa, va non solo gestita con attenzione, ma soprattutto tutelata e resa disponibile anche per le generazioni future. Investire in una gestione sostenibile delle risorse idriche significa affrontare in modo strutturale fenomeni estremi come siccità e alluvioni. Ma non è solo questo: significa anche difendere la biodiversità, preservare gli ecosistemi e rafforzare la capacità del territorio di adattarsi ai cambiamenti in atto. Invasare l’acqua, conservarla e garantirne la qualità non è solo una misura tecnica: è una scelta strategica per costruire un futuro più sicuro, sano e resiliente. Certo è che quest’opera rappresenta la dimostrazione della piena integrazione tra tecnica e ambiente».

Ha moderato l’incontro il giornalista Alberto Mazzotti. L’appuntamento si è concluso con la visita guidata a cura della guida ambientale Matteo Mingazzini.

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